“Chiamata diretta”: il grande inganno

Nella tarda serata di giovedì 14 luglio il confronto serrato tra il Ministro dell’Istruzione e i sindacati sull’assegnazione dei docenti dagli ambiti alle scuole, prevista dalla legge 107/15, si è interrotto.

Dopo che il 6 luglio si era raggiunta un’intesa politica che definiva procedure trasparenti e oggettive per garantire l’incontro tra richieste qualitative delle scuole e requisiti dei docenti, salvaguardando esperienze e punteggi, il Miur ha presentato una pletora di requisiti nazionali dai quali le singole scuole avrebbero dovuto indicarne quattro. “Molti di quei requisiti – ha sottolineato il segretario generale della FLC CGIL, Domenico Pantaleo – non avevano alcun riferimento alla concreta attività didattica, culturale e pedagogica dei docenti”. 

La FLC CGIL insieme a CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS Confsal hanno proposto un numero limitato di requisiti nazionali inequivocabilmente verificabili e certificabili che eliminassero ogni potere discrezionale del dirigente scolastico e eventuali contenziosi. La nostra scheda di lettura.

Come si legge nel comunicato unitario delle ore immediatamente successive all’incontro, “il negoziato è saltato a causa dell’inflazione di requisiti che il Miur avrebbe preteso di inserire nell’accordo. Un atteggiamento arrogante che contraddice l’intesa politica raggiunta nei giorni scorsi e le premesse su cui è stata costruita facendo venir meno le garanzie di imparzialità delle procedure concordate”.

Il Miur ha già fatto sapere che all’inizio della prossima settimana saranno online le Linee guida che i dirigenti scolastici dovranno seguire per le assegnazioni dei docenti alle scuole.

Pronta la replica della FLC CGIL che “si impegna a tutelare in ogni forma possibile i diritti dei docenti e la loro dignità: vogliamo salvaguardare la libertà di insegnamento e il diritto all’apprendimento, valori costituzionali irrinunciabili”. Il nostro commento

Cordialmente
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Scuola | 17/07/2016