Scuola: Rizza (Flc Cgil Sicilia), alunni con disabilità fortemente penalizzati
Palermo, 10 dicembre 2020 – “Lo Stato non fa abbastanza per garantire agli alunni con disabilità il diritto all’istruzione, soprattutto nel Mezzogiorno. La pandemia poi ha aggravato la situazione”. Lo dice Adriano Rizza, segretario della Flc Cgil Sicilia, commentando i dati del report elaborato dall’Istat “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità – Anno scolastico 2018-2019”.
“Tutto questo è inaccettabile – aggiunge – per un Paese che si definisce civile e avanzato. Il sistema scolastico italiano, in particolar modo nel Meridione, è inadeguato alle esigenze degli studenti con disabilità dal punto di vista della dotazione organica, tecnologica e dell'infrastruttura”.
“Servono più docenti – spiega Rizza – ore di sostegno e assistenti all’autonomia. Anche se a livello nazionale il rapporto alunni/insegnanti è di 1,6, ovvero inferiore quello previsto dalla legge (pari a 2), non c’è dubbio che sarebbe necessario avere un insegnante per ogni alunno anche per garantire la continuità della relazione educativa. Questo dato, inoltre, va letto in relazione alle ore di sostegno riconosciute, che nella maggioranza dei casi non sono pari alle ore che lo studente con disabilità trascorre a scuola. Proprio per questo motivo nelle regioni del Sud il 10,2% delle famiglie fa ricorso al Tar, spesso con esito positivo”.
“Oltre ai docenti di sostegno – continua – mancano gli assistenti all’autonomia che svolgono un compito fondamentale. Se la media nazionale è di 1 assistente ogni 5 alunni, nel Mezzogiorno questa si alza a 1 assistente ogni 6 alunni. Anche in questo caso la scuola di un Paese civile dovrebbe avere un assistente per ogni alunno”.
“La pandemia – prosegue Rizza – ha evidenziato la carenza di ausili tecnologici per la didattica, come apparecchiature multimediali e software specifici per l’apprendimento. Ne avrebbero bisogno il 25% degli studenti del Nord del Paese e il 37% del Mezzogiorno. Come se non bastasse quelli forniti dalle scuole non sono idonei rispettivamente nel 10% e nel 13% dei casi”.
“Nel frattempo – conclude – visto che molti istituti sono chiusi, sarebbe il caso di intervenire a livello infrastrutturale per adeguare i plessi. Ad oggi, infatti, in tutta Italia il 38% delle scuole è a norma, mentre nel Mezzogiorno il 29,4%. Qui, infine, solo il 2,1% dispone degli ausili senso-percettivi destinati a favorire l’orientamento”.
Scuola | 10/12/2020
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