Meno spese militari e più ricerca pubblica
( Da "il manifesto" )
Cari Tremonti e Gelmini
18/11/2010
Sono mesi che il governo è in evidente crisi politica ma ieri è caduto, li abbiamo sfiduciati noi. A Roma abbiamo presidiato Camera e Senato in migliaia, un gesto molto più che simbolico, un azione di contrasto contro quello che in realtà potremmo definire un «non governo». Sì, cara Gelmini, tu sei un «non ministro». Da tempo ti vediamo impegnata in tutt'altro al fianco di uno strano personaggio che spaccia social card, insieme coinvolti nella sottrazione illecita di risorse pubbliche. Siete dei «ladri di futuro» e voi sapete bene il perchè, sottraendo i finanziamenti a scuola e università rubate la possibilità ad intere generazioni di costruire un futuro degno di questo nome, ci condannate alla precarietà e allo sfruttamento.
Se è vero che la nostra è una generazione precaria ci preme ricordarvi che lo siete anche voi, con un'unica differenza: voi a breve cadrete, noi no, perchè tra i fatti politici più importanti degli ultimi mesi c'è la maturità delle nostre lotte, dimostrata dalle grandi manifestazioni dell'8 ottobre, dagli studenti in piazza con gli operai il 16 e dalle scuole e università occupate dell'ultimo mese. Nonostante ciò nella legge di stabilità, cari Gelmini e Tremonti, il vostro ultimo e disperato colpo di coda: da un lato tagliate il 90% delle borse di studio all'università, dall'altro finanziate le scuole private con cento milioni di euro, un chiaro segnale che anche per voi è cominciata la campagna elettorale, sentire la terra tremare sotto i piedi e fate bene. Potreste rendervi utili, in questi ultimi giorni dell'impero del bungabunga, per modificare la legge di stabilità e restituire il maltolto alle scuole e alle università che cadono a pezzi, ai circa novantamila docenti che avete licenziato e al nostro diritto allo studio da sempre negato.
Le nostre sono proposte semplici ma le riteniamo assolutamente efficaci: ridurre del 20% le spese militari per recuperare quattro miliardi di euro; togliere i soldi alle private, circa 700 milioni l'anno; chiudere i Cie e dirottare il fondo sulle grandi opere (due miliardi) all'unico vero investimento che può assicurare un futuro a questo paese: scuola, università e ricerca pubblica.
Sapete fare i conti? In questo modo potremmo recuperare gran parte delle risorse che voi avete sottratto. Con i duecento mila che hanno invaso le piazze ieri abbiamo costruito anche noi un piccolo pezzo, seppur rilevante, della nostra battaglia di liberazione proprio come gli studenti del politecnico di Atene nel 17 Novembre del 73.
*Gli studenti della Rete della conoscenza
Scuola | 18/11/2010
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