Ma i dipartimenti del CNR non dovevano essere 7? Comunicato al personale.
Con la delibera n. 166 del 13 luglio 2011, (allegata) il CdA uscente del CNR ha deliberato modifiche sostanziali al Regolamento di Organizzazione e Funzionamento dell’Ente relative alla programmazione e gestione dei progetti bandiera dando mandato all’ufficio competente di acquisire la relativa approvazione da parte del MIUR.
Sottolineiamo come ancora una volta ci si dimentica della dovuta informativa preventiva disposta dall’art. 19 c.1 del D.lgs 127/03 tutt’ora in vigore.
Con la delibera citata sono stati introdotti quattro nuovi articoli, in particolare l’art. 42-bis c.5 del ROF modificato recita:
Limitatamente alla sua durata, il progetto bandiera è equiparato ad un centro di responsabilità programmatico di primo livello ai sensi dell' articolo 5 del regolamento di Amministrazione, contabilità e finanza.
Tenuto conto che all’art. 5, comma 2 punto a, del detto regolamento si prevede che i dipartimenti siano centri programmatici di primo livello, si comprende come, per la durata di un progetto bandiera (3, 5 anni), il CNR non avrà solo 7 dipartimenti come previsto dallo Statuto, ma 7+6= 13 dipartimenti. Chi svolgerà le funzioni di direttore di questi nuovi dipartimenti?
L’art.42-ter c.1 stabilisce che:
II direttore del progetto assume responsabilità giuridica e amministrativa e riceve, per la durata del progetto, un 'indennità determinata dal CdA, a valere sul costo del progetto. <omissis>. La possibilità che il direttore del progetto sia un ricercatore esterno all 'Ente costituisce un 'opportunità per il consolidamento del ruolo di hub del CNR nell 'ambito della ricerca pubblica.
Ciò rende il direttore di progetto, scelto dal CdA senza alcuna selezione, assimilabile ad un direttore di dipartimento e, de jure, premia la scelta di un direttore di progetto NON dipendente dell’Ente. Di conseguenza il CNR diventa un hub (ovvero agenzia di trasferimento fondi). Si raccomanda, inoltre, (art. 42-quinquies) una etero direzione dei progetti riducendo l’Ente a mero fornitore della “struttura
tecnico amministrativa necessaria al coordinamento del progetto”, favorendo una emorragia di risorse economiche e umane verso altre strutture, allorquando si afferma che “qualora il direttore del progetto sia esterno all'Ente, può essere previsto il distacco di personale CNR presso la struttura di afferenza del direttore medesimo, con funzioni di raccordo con la struttura di riferimento tecnico amministrativa” (art. 42-quinquies). Con quali risorse umane il lungimirante CdA uscente ritiene attuabile quanto deliberato visto il massiccio pensionamento del personale tecnico/amministrativo (1519 unità da gennaio 2002), il blocco delle assunzioni imposto a tutta la pubblica amministrazione, quindi anche all’Ente, da gennaio 2002 e la pesante limitazione del turn over imposta dal duo Tremonti-
Brunetta con il D.L. 78/10 a partire dal 2011?
La FLC CGIL sottolinea come il CdA sia stato in grado di deliberare con estrema velocità un’iniziativa economicamente rilevante e, date le modifiche apportate al ROF, tutelare interessi altri rispetto a quelli dell’Ente. Lo stesso CdA che mal governa l’Ente ormai da anni, non ha mostrato la stessa efficienza ed efficacia nel predisporre la consultazione elettorale per l’individuazione del rappresentante della comunità scientifica da proporre al Ministro per l’eventuale designazione nel nuovo CdA. Consultazione avvenuta fuori da ogni regolamento e, con illegittima esclusione del personale inquadrato nel profilo tecnologo, in violazione della Carta Europea dei Ricercatori richiamata dallo stesso Statuto, negando anche al resto del personale la possibilità di esprimersi.
Le ragioni che possono sottostare a questa scelta non sono molte, tra queste: la scelta, in parte preannunciata nell’art.18 c.5 dello Statuto (limitazione al 75% dell’utilizzo del FFO per le spese di personale), di arrivare progressivamente a uno smantellamento del CNR in quanto Ente di Ricerca per riportarlo al ruolo di agenzia (o addirittura di Dipartimento governativo), cancellando gli ultimi 15 anni di riforma, la sua storia ultradecennale, nonche’ la sua autonomia.
La FLC CGIL invita pertanto il CdA a riconsiderare l’invio del ROF cosi modificato al MIUR per evitare di aggiungere altri vizi ad un percorso di riordino già costellato di numerose illegittimità.
La FLC CGIL seguirà tutte le vie formali, si mobiliterà per evitare che, ancora una volta, si attenti alle già limitate risorse destinate al CNR e si svilisca il ruolo del personale sottraendo loro risorse e possibilità professionali per distribuirle a terzi in una logica di spartizione che nulla ha a che fare con lo sviluppo del Paese.
Roma 20 luglio 2011
(da FLC nazionale)
Ricerca | 22/07/2011
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