Liceo breve, dal 2017/2018 piano attivo in altre 60 classi
Alla firma del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, il decreto che estende il percorso quadriennale a classi di liceo, istituto tecnico e istituto professionale. Finora in Italia sono 11 gli istituti che stanno sperimentando i quattro anni d'insegnamento.
08/11/2016
Repubblica
Salvo Intravaia
Al via 60 nuove classi di liceo breve: la novità prende il nome di Piano nazionale di innovazione ordinamentale per la sperimentazione di percorsi quadriennali di istruzione secondaria di secondo grado. Nelle prossime ore, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, firmerà il decreto per estendere, a partire dall'anno scolastico 2017/2018, l'esperienza quadriennale ad altre 60 prime classi di liceo, istituto tecnico e istituto professionale.
Un'operazione (firma e pubblicazione del decreto che innova l’istruzione superiore del nostro Paese) che si dovrebbe concretizzare il prima possibile. Perché le scuole secondarie superiori sono già alle prese con l'orientamento in entrata per il prossimo anno scolastico: l'annuale 'campagna acquisti' presso le scuole medie per convincere genitori e ragazzini a scegliere la propria scuola.
Le iscrizioni sono ormai alle porte, in genere la circolare viene pubblicata entro dicembre, e le istituzioni scolastiche interessate dovranno inserire la possibilità di effettuare questa scelta nelle informazioni da fornire a coloro che si iscriveranno il prossimo anno.
È la prima volta che il Miur contempla un ampliamento così consistente dell'accorciamento del percorso superiore. Finora sono 11 gli istituti italiani che stanno sperimentando i quattro anni d'insegnamento, 6 statali e 5 paritari. Per sperare di essere selezionati occorrerà presentare un progetto con il numero delle classi che si vorranno attivare e gli alunni – da 15 a 25 – che hanno optato per questa strada. Sarà una commissione di esperti a valutare i progetti e selezionare le 60 classi in cui fare partire la sperimentazione.
I requisiti richiesti. La candidatura dovrà distinguersi per "un elevato livello di innovazione in ordine all'articolazione e alla rimodulazione dei piani di studio". Ma non solo. Occorrerà garantire l'insegnamento di almeno una disciplina non linguistica con metodologia Clil – interamente in lingua straniera – a partire dal terzo anno, la valorizzazione delle attività laboratoriali e l’utilizzo di tecnologie didattiche innovative. Perché, in ogni caso, occorrerà garantire agli studenti – attraverso una rimodulazione della settimana scolastica e degli orari – lo stesso numero di ore di lezione che frequentano i loro compagni impegnati in percorso quinquennali.
Nuove materie e stage di lavoro. E in più bisognerà ampliare l'offerta disciplinare con Diritto e Storia dell’Arte, secondo quanto stabilito dalla Buona scuola. Anche per i percorsi quadriennali partirà l'alternanza scuola-lavoro che si dovrà svolgere prevalentemente durante le vacanze estive e nelle pause pasquali e natalizie.
I precedenti. Per la valorizzazione delle eccellenze, la scuola dovrà partecipare a progetti di internazionalizzazione. Una lunghissima full immersion che verrà premiata con il diploma in quattro anni. La novità ripropone l'idea di accorciare il percorso scolastico che in Italia dura 13 anni per consentire agli studenti di accedere all'università o nel mondo del lavoro un anno prima. Negli anni '90 fu l'allora ministro Luigi Berlinguer a tentare questa strada, compattando in un ciclo unico scuola primaria e media in sette anni, anziché otto. Ma l’esperienza non vide mai la luce perché l'esecutivo D'Alema cadde prima che la novità entrasse in vigore.
Così in Europa. In più della
metà dei Paesi europei la scolarizzazione si conclude a 19 anni. Anticipano l’uscita a 18 anni gli alunni spagnoli, francesi e inglesi. Ma nei Paesi scandinavi – Finlandia e Norvegia –, che presentano le migliori performance sui test Ocse-Pisa, ci si diploma a 19 anni.
Scuola | 08/11/2016
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