Il dopo legge Gelmini negli Atenei siciliani. La FLC e la Cgil scrivono al Rettore Lagalla, Presidente del Coordinamento Regionale delle Università Siciliane.
Dopo l'approvazione della legge Gelmini, gli Atenei hanno sei mesi di tempo per riscrivere gli statuti e predisporre tutti i decreti attuativi previsti dalla legge.
E' necessario avviare un confronto ampio e partecipato sui migliori assetti organizzativi di cui gli atenei italiani dovranno dotarsi al fine di temperare e svuotare l’eccesso dirigistico e privatistico contenuto nella legge. E’ comunque indispensabile avere come obiettivo una riorganizzazione fondata su un preciso e condiviso progetto strategico e culturale cercando di evitare sia la deriva aziendalista che il pericolo gattopardesco: una trasformazione finalizzata a lasciare inalterati gli equilibri, gli assetti e soprattutto i poteri consolidati.
Peraltro, la definizione di moltissime e rilevanti materie è demandata a successivi regolamenti di ateneo sui quali, in particolare in tema di qualificazione professionale, valutazione, carriere e programmazione, è necessario svolgere un ruolo propositivo e al tempo stesso di controllo sulle scelte che avranno ricadute significative su tutti i lavoratori.
Come FLC, insieme alla Cgil siciliana, siamo fin da subito impegnati nella richiesta di un percorso democratico per la definizione delle commissioni che dovranno elaborare i nuovi statuti.
Inoltre, è stato chiesto un incontro al Magnifico Rettore Lagalla, nella qualità di Presidente della CRUS per avviare un confronto sul sistema universitario siciliano.
Università | 10/02/2011
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