Formazione professionale - il riordino secondo Centorrino: “E’ sempre la stessa storia ... la regione bancomat!

Formazione professionale - il riordino secondo Centorrino: “E’ sempre la stessa storia ... la regione bancomat!
gen 16

La stampa di questo fine settimana si è occupata molto di formazione professionale: di oggi l’articolo a di  E. Lauria sull’edizione di Palermo de “la Repubblica”, che descrive a tinte fosche lo stato di salute comatoso del sistema regionale di formazione professionale siciliano; di sabato, invece, la notizia riportata sia dalla stessa testata, ma anche da altre testate siciliane, di ben cinque decreti dell’assessore Centorrino attraverso i quali ad alcuni enti di formazione professionale vengono riconosciute integrazioni del finanziamento.

Nei giorni scorsi l’assessore aveva rilasciato alla stampa dichiarazioni sul riordino del sistema, sul cambio di passo e sul tentativo di mettere sotto controllo la spesa, e a noi invece è toccato ancora una volta assistere alla elargizione di denaro pubblico a soggetti privati senza nessun controllo né certezza sulla reale erogazione di servizi né sulla loro qualità.

La tempistica di questi atti amministrativi sembra sospetta, e molti altri soggetti gestori gridano allo scandalo perché verrebbero a crearsi situazioni disparate e discrezionali con un’ora di formazione che non costa per tutti uguale, ma a seconda se si hanno “santi in paradiso”…..e magari che gridano pure!

Questo, secondo la Cgil e la Flc, è uno scandalo, ed è più grave perché avviene mentre è già in corso un dibattito sulla crisi del sistema, che è finanziaria e non solo, e lunedì si riunirà il tavolo di confronto politico, più volte richiesto, per discutere insieme con le rappresentanze dei settori produttivi e delle imprese siciliane di quale sistema di formazione e di quali strategie adottare per soddisfare i fabbisogni formativi reali dell’isola, e di quali strategie adottare per governare l’esodo degli esuberi. Per questo la Cgil e la Flc già da sabato hanno inoltrato alla stampa un comunicato.

L’Assessore intende monitorare e fotografare il sistema, e per farlo sceglie una modalità macchinosa, onerosa per i dipendenti degli enti, e lo fa con un decreto, quello che istituisce un nuovo “elenco ad esaurimento”, senza che si sappia nel dettaglio quali sbocchi intende riservare alle persone che potrebbero essere dichiarate in esubero.

Le leggi che regolamentano la materia della mobilità e quella della disciplina dei licenziamenti collettivi fissano procedure di garanzia, trasparenti e rigorose, proprio per affrontare gravi crisi occupazionali nelle quali c’è, alla fine, chi perde il lavoro. Ma nulla di tutto questo viene affrontato con chiarezza, mentre si alimentano false speranze, si sottopongono i lavoratori a costi, a rischi di dichiarare cose che non possono certificare, alla difficoltà di rappresentare il loro stato di servizio e le loro competenze, quando già essi sono iscritti ad un altro albo, previsto dalla legge del ’76 e attuato dalla regione già dal 1995.

Secondo la Cgil e la Flc, sul settore insistono oltre 10.000 operatori, nelle tre filiere in cui  operano gli enti di formazione,  e che non possono essere prese singolarmente, perché unico è il settore, unico il contratto di lavoro che si applica, e gli stessi datori di lavoro lo sono, talvolta.

Vorremmo conoscere nel dettaglio i dati dell’assessore, ed i monitoraggi del rapporto costi benefici di cui da notizia Lauria, anche perché se il sistema ha continuato ad operare in modo assolutamente autoreferenziale, e quello che scrive Lauria è vero e documentato gli enti non scherzano certamente, ma molte responsabilità vanno anche addossate ad una amministrazione regionale compiacente quando non complice della politica, ai limiti della concussione.

Sarebbe opportuno, utile ed istruttivo conoscere oltre che le relazioni privilegiate di alcuni enti con la politica, anche quelle di molti dirigenti regionali con gli enti di formazione professionale. Chissà che non si scoprano anche in questo ambito parentele illustri e collegamenti insospettabili.

Rispetto alle risorse pubbliche investite, ed a quelle che ancora mancano per il Piano dell’offerta formativa” del 2010, per l’Obbligo d’istruzione e formazione professionale, ed a quelle che mancheranno con il progressivo disimpegno delle risorse comunitarie, rispetto alla sistematica violazione dei diritti dei lavoratori impegnati nel settore,  ma soprattutto rispetto ai fabbisogni dei cittadini siciliani ed alle loro aspettative, la Cgil e la Flc giudicano inopportuna la erogazione “retroattiva” di risorse pubbliche – forse anche dovute – nella fase attuale senza che prima si avvii un confronto serio sul futuro di questo sistema e si stabiliscano regole, sanzioni e criteri omogenei e non discriminatori come quelli che tuttora vengono messi in atto dall’amministrazione regionale in barba alle intenzioni riformatrici.

Anche le proteste di alcune associazioni degli enti gestori, che lamentano la discriminazione operata dalla amministrazione, vanno prese con beneficio d’inventario, perché se da una parte molti soggetti denunciano il disavanzo e vantano il diritto ad integrazioni “a piè di lista”, solo al tavolo di crisi le ragioni del disavanzo possono essere verificate, e le strategie di riallineamento identificate, e in questi casi l’amministrazione ha il dovere di agire con determinazione nel rispetto delle regole.

A tutela di tutti, cittadini, utenti, lavoratori. Altrimenti non di riordino si tratta, ma di un approccio paternalistico ai problemi che nasconde la solita distribuzione di denaro pubblico per fini poco trasparenti e clientelari.

È  sempre la stessa storia ... la regione bancomat!

Formazione professionale | 16/01/2011

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