Formazione Professionale: per la Flc Cgil le azioni intraprese dal governo regionale si dimostrano sempre di più inadeguate e fallimentari, e l'emergenza si trasforma in dramma sociale

Formazione Professionale: per la Flc Cgil le azioni intraprese dal governo regionale si dimostrano sempre di più inadeguate e fallimentari, e l'emergenza si trasforma in dramma sociale
feb 16

Sul sistema regionale della formazione professionale il Governo Regionale ha operato scelte e le sue amministrazioni competenti le hanno messe in atto. In alcuni casi queste scelte sono state oggetto di ricorsi amministrativi, e, per questa ragione, ci asteniamo dall’esprimere giudizi che non siano solo di valutazione politico-sindacale e che non riguardino l’impatto che queste scelte hanno avuto sui lavoratori che rappresentiamo e sulla più vasta parte della società siciliana che è interessata ai sistemi formativi ed alle politiche attive del lavoro.

Per la Flc Cgil le azioni intraprese dal governo Crocetta, dai suoi assessori e dalle amministrazioni competenti in materia di formazione professionale e di politiche attive del lavoro, dal 2013 a questa parte, si vanno dimostrando sempre di più inadeguate e fallimentari.

La Flc si chiede a che punto sia la scrittura degli atti di programmazione propedeutici alla assunzione del Programma Operativo Regionale, perché senza quello, senza un chiaro progetto e senza altre risorse che difficilmente ci sembra potrebbero essere rinvenute a carico del malridotto bilancio della Regione Siciliana, non ci sembra di intravedere futuro per il sistema regionale della formazione professionale.

Si chiede ancora perché il confronto con le parti sociali previsto nell’accordo del 26 settembre 2013 sull’avvio del progetto Spartacus affidato al CIAPI di Priolo “da avviarsi con immediatezza” per procedere poi “alla riorganizzazione del servizio pubblico per l'impiego” non sia ancora stato avviato.

La Flc Cgil insieme con le altre organizzazioni di categoria confederali lo ha richiesto e sollecitato all’assessore al ramo, ma è stato convocato solo un incontro “informale” dalla stessa dirigente generale che oggi è però ad interim al Dipartimento Lavoro.

In quell'incontro sono state date soltanto alcune informazioni “fumose” su un progetto incerto che, tra la perplessità generale, ha visto la condivisione ed il sostegno esplicito di una organizzazione sindacale “più informata delle altre”.

A quell’incontro la Flc era presente, anche se nessun verbale è stato firmato, e le informazioni che sono state date non appaiono sufficienti per essere pubblicate e sottoposte al giudizio di chi ci segue sul sito e dei tanti lavoratori che rappresentiamo, proprio perché non “appare sufficientemente progetto”; non sono chiare le risorse, né le modalità con le quali verrebbe selezionato il personale.

Né appaiono chiari i criteri con i quali verrebbero associate le professionalità esistenti a quelle che, tra i funzionari pubblici degli uffici del lavoro e dei centri per l’impiego, verranno formati e affiancati da Italia Lavoro.

Vorremmo che ci fosse chiarezza sull’inserimento del personale degli ex sportelli multifunzionali, sul loro rapporto di lavoro e con quali soggetti, anche se siamo convinti che debbano lavorare affianco ai funzionari pubblici che ci pare corretto vengano formati per adeguare le loro professionalità alle nuove funzioni necessarie per la realizzazione della Youth Guarantee.

Ciò può essere necessario se si deve realizzare “una più efficace gestione del mercato del lavoro” adottando “un sistema misto pubblico-privato attuando interventi attraverso i Centri per l'Impiego e i soggetti accreditati” come indica l’accordo del 26 settembre, che ha fatto partire il progetto Spartacus.

Il Progetto Prometeo, anch’esso affidato al CIAPI di Priolo, con il quale si intende dare risposte alla vasta emergenza che sta assumendo i contorni del dramma sociale, appare ancora lontano dall’essere avviato, solo mercoledì prossimo sarà disponibile la graduatoria provvisoria dei selezionati tra coloro che hanno partecipato al bando.

Peggio, non si ha alcuna chiarezza di come Prometeo interverrà nell’offerta formativa siciliana, a quali allievi si rivolgerà, per quali qualifiche e secondo quale programmazione. È ormai chiaro ciò che da tempo pensavamo, si tratta dell’ennesimo intervento “tampone”, forse utile a diluire il dramma sociale, ma non certamente a dimostrare la chiarezza degli intenti del governo in materia di formazione professionale.

Ricordiamo che un tempo era la Commissione Regionale per l’Impiego – massima istanza di concertazione tra le Parti Sociali in materia di lavoro – a valutare la congruità dei piani formativi, ma il governo Crocetta, come quello Lombardo prima, non sembra ricordarlo, anche se la legge questo ruolo lo prevede ancora.

Certamente gli accorti componenti del gabinetto Scilabra non lo dimenticano, come non dovrebbero dimenticare che la difesa della legalità passa dal rispetto delle leggi, ma anche dal rispetto di tempi brevi per la risoluzione delle emergenze, e non solo dagli annunzi di leggi di riforma che rimangono sempre nel cassetto o forse sul disco rigido dei computer.

I disegni di legge, se esistono davvero, andrebbero sottoposti al confronto con i soggetti titolati per la rappresentatività che hanno nella società siciliana,sia sindacali che datoriali e istituzionali, non solo nel piccolo comparto della formazione, e solo dopo, certamente, anche con la più ampia platea del partenariato sociale.

In ordine alla riunione conclusa il 14 febbraio, “l’accordo” sottoscritto da alcune organizzazioni – in realtà un “Comunicato congiunto” – si qualifica da solo, non è che un verbale della riunione nella quale si sono soltanto elencati impegni in ordine al pagamento di alcuni mandati all’IAL, che dovrà poi, come a tutti è noto ed è obbligo di tutti i datori di lavoro, pagare i lavoratori che hanno prodotto quel reddito.

Inoltre, l’amministrazione “ha dato mandato alla propria Dirigente Generale” a trovare soluzioni per la retribuzione del periodo successivo alla fine della prima annualità dell’avviso 20, nei limiti consentiti dalla legge, ribadendo “la sussistenza esclusiva in capo al datore di lavoro, e quindi allo IAL Sicilia, dell’obbligo di pagare i propri lavoratori”. Peccato che sia stata la terza riunione in Assessorato Istruzione e Formazione nella quale alla presenza dei rappresentanti dell’Assessore e della stessa Dirigente Generale, si assume lo stesso impegno a trovare delle soluzioni, e che nel frattempo siano trascorsi inutilmente molti mesi. Certamente si è trattato di mesi “compulsivi” per il governo Crocetta, attanagliato dalla discussione della Finanziaria regionale prima e, dopo della impugnativa, dalla promulgazione della legge falcidiata dal Commissario dello Stato.

Peccato che nel corso della riunione sia emersa la volontà della amministrazione di continuare nel recupero del così detto “extrabudget”, che legittimo o meno che sia, pare dovuto, ma che priverà i lavoratori di quell’ente di consistenti quote di retribuzione altrettanto dovute, e in questo momento di sofferenza, assolutamente necessarie.

Beninteso, pur di farsi legittimare, firmando anche un semplice elenco di azioni che dovrebbero essere intraprese “automaticamente” come atti dovuti da parte dell’amministrazione, alcuni sindacati assumono atteggiamenti trionfalistici, altri accomodanti, e l’amministrazione ed il gabinetto dell’assessore credono di potere stemperare la rabbia e la disperazione crescenti nel settore.

E la rabbia e la disperazione dei lavoratori crescono, a mano a mano che crescono le vertenze aperte, che gli enti, in tutte le tre filiere, formazione, istruzione e formazione professionale, ex sportelli multifunzionali, avviano procedure di licenziamento collettivo, sospendono i lavoratori per ricorrere alla cassa integrazione, negoziano contratti di solidarietà spesso con pesanti riduzioni delle prestazioni di lavoro, e in qualche caso rinunciano volontariamente alle commesse, per non assumersi la responsabilità che a ciascun operatore economico, anche se “no-profit”, compete.

Questi ultimi, anche alcuni con nomi “importanti” come il Cnos ed il Ciofs, altri più piccoli come il MAC di Siracusa, si comportano come coloro che hanno munto la regione fino a quando era facile, e adesso che le regole si fanno più restrittive e i servizi meno remunerativi, abbandonano i lavoratori al proprio destino senza alcuno scrupolo.

Non ci sono più “isole felici”, in questo panorama devastato dove nemmeno i soggetti che hanno intrapreso un legittimo tentativo di recuperare all’equilibrio economico ed alla produttività un ente decotto e fallito, operando dentro il perimetro della legge, sembrano essere messi in condizione di lavorare produttivamente, sperimentando un modello diverso di “responsabilità” anche finanziaria ed imprenditoriale.

Mentre l’incertezza continua a crescere, l’assessore Scilabra insiste dalla stampa a lanciare minacciosi messaggi verso gli enti inadempienti, e fa bene.

Fa bene perché se lavoratori di questo settore vivono in questa drammatica incertezza, è perché il sistema regionale ha visto un diffuso malaffare, nel quale hanno prosperato faccendieri e intermediari della peggiore politica.

La Cgil e la Flc lo hanno da anni denunciato, inascoltate, mentre il sistema correva verso il baratro, trascinando anche quei soggetti che invece hanno operato correttamente, fornendo – come veniva loro consentito di fare – un servizio alla Sicilia.

Speriamo che l’assessore Scilabra lanci anche una accelerazione degli iter procedurali del dipartimento, sia capace di fare funzionare gli uffici che sembrano sempre impaniati in un viluppo di lentezze, e faccia bene e sopratutto presto a definire con la dirigente generale del dipartimento, oggi non più ad interim, ma nella pienezza delle sue funzioni, un vero crono programma e che si impegni a rispettarlo.

Serve per i finanziamenti della annualità formativa in corso, come per la annualità successiva, per la quale, dopo le dichiarazioni di intenti rilasciate il 18 dicembre dello scorso anno alla Seconda Commissione Legislativa dell’ARS non ci sembra che sia seguito alcun atto programmatorio, neppure in fase istruttoria. 

Serve che l’azione politica dia un atto d’indirizzo all’amministrazione, per fare produrre l’atto programmatorio necessario, che è sempre più urgente perché pensiamo, per ovviare ai ritardi delle procedure di avvio della spesa comunitaria del settennio 2014 – 2020, che solo avviando la riedizione della terza annualità dell’avviso 20, la cui graduatoria è ancora viva, finanziandola con le risorse residue del Piano Giovani e reperendone altre nelle pieghe della spesa non effettuata sul fondo sociale europeo si possa garantire il lavoro ed il futuro agli operatori della formazione.

Non ci convincono i miraggi di improbabili pubblicizzazioni, né la fata morgana dell’Albo, che se non è accompagnato dalla emanazione di bandi contenenti clausola sociale, per stessa ammissione dei tecnici del gabinetto Scilabra ha solo funzione ricognitiva.

Comunque l’amministrazione ha “assunto impegni”, e sull’attuazione di questi impegni la Flc Cgil vigilerà come ha sempre fatto e renderà conto, come ha sempre fatto, della propria azione ai lavoratori, per primi da coloro che rappresenta, chiamandoli a sostegno delle proprie rivendicazioni, che si augura siano condivise dalle altre organizzazioni sindacali, a partire dal sindacato confederale.

Formazione professionale | 16/02/2014

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