Facciamo il punto sulla formazione professionale.
Anche oggi la stampa si occupa della formazione professionale, e un giornalista autorevole, e che rispettiamo per la puntualità dell’analisi che pubblica, rivela cose che da molto tempo la CGIL ha denunziato.
Da voce anche al segretario generale della Uil, che chiede un albo ad esaurimento per il personale del sistema.
La Cgil e la Flc ribadiscono che questo sistema che è cresciuto per le ragioni clientelari e con i sistemi – illegittimi – ampiamente illustrati da “La Repubblica” nell’articolo pubblicato oggi è profondamente in crisi, ma anche, ed è un problema che riguarda anche altre regioni, per la ridefinizione dei compiti che ai sistemi formativi sono affidati, e che sono stati soggetti ad un grande ridimensionamento per le modifiche che sono intervenute nel quadro normativo nazionale di recente, e negli indirizzi espressi dagli ultimi governi, che questa crisi aggraveranno.
Per quanto ci riguarda non possiamo che confermare le posizioni assunte nella piattaforma sulla formazione professionale che ha guidato la nostra azione nei confronti del Governo regionale e delle amministrazioni interessate: ci vuole trasparenza, regole, responsabilità – anche economico/finanziaria – degli enti gestori, responsabilità della amministrazione regionale.
La nostra proposta, di un piano pluriennale di ammortizzazione sociale che consenta di alleggerire il settore di costi impropri e di quelli del personale in esubero rispetto alle attuali esigenze, va attuata, e questo va fatto presto, sia per le attività formative, sia per quelle orientative oggi affidate al settore, perché questo ritorni ad essere “sostenibile” e “produttivo” e non cada sempre più in basso anche nella considerazione della opinione pubblica.
Certo, nel frattempo è necessario che si creino condizioni possibili per la sopravvivenza delle persone, che spesso, in questo sistema rimangono ostaggio della politica, della cattiva amministrazione, del pilatesco lavarsene le mani degli organi preposti alle amministrazioni attive e degli organi di controllo. Di questo hanno il dovere di farsi carico i funzionari e i dirigenti delle amministrazioni,ed i responsabili degli organi di controllo, snellendo tutte le procedure ed evitando aggravi di tempo dovuti a farraginosi meccanismi.
Ma per questo è necessario che chi si candida a governare la Sicilia abbia consapevolezza e capacità di rinegoziare con il governo nazionale strumenti capaci di dare risposte “autentiche” all’intero universo del lavoro sinora “assistito” e del precariato Siciliano, e di coloro che, in tutti i settori produttivi, a causa della crisi il lavoro lo hanno perduto, operatori della formazione professionale compresi, riconquistando credibilità, senza proposte demagogiche che da più parti, negli ultimi giorni, abbiamo visto sbandierare.
Dubitiamo, tuttavia, che questa consapevolezza ci sia, e questo ci fa temere per il futuro dei siciliani, e, tra questi, per quello degli operatori del sistema della formazione professionale.
Formazione professionale | 26/09/2012
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