Catania - “Condannati al precariato, chiediamo la GRAZIA al Capo dello Stato Giorgio Napolitano”.

Catania - “Condannati al precariato, chiediamo la GRAZIA al Capo dello Stato Giorgio Napolitano”.
set 17

La  FLC CGIL di Catania lancia l’iniziativa:

Condannati al precariato, chiediamo la GRAZIA al Capo dello Stato Giorgio Napolitano”.

Vivere da precari. Lo sanno bene  Carmen, Giovanna, Carola, Rosaria, solo alcune delle docenti  che oggi hanno deciso di lanciare una provocazione avviando una raccolta firme a Catania  per chiedere la Grazia al Presidente della Repubblica Giorgio  Napolitano, per superare una condizione  che sembra non avere più vie d'uscita . "Ovviamente i precari non hanno commesso alcun reato - sottolinea Antonella Distefano, Segretaria generale FLC CGIL Catania - a meno che non  si vogliano accusare  di avere sacrificato una parte importante della loro vita alle dipendenze di uno Stato che ha solo sfruttato per garantire il diritto allo Studio di milioni di studenti ".

Rosaria insegna francese dal 1997 ogni  anno quando si fanno le convocazioni sente di chiedere  "quasi l’elemosina allo Stato per il servizio prestato finora", dice. L’Italia è fanalino di coda delle classifiche europee rispetto all’insegnamento delle lingue straniere. La riforma Gelmini ha diminuito le ore d’insegnamento, negli istituti turistici si è passati da cinque a tre ore settimanali. Come la riduzione degli insegnanti di sostegno,  a cui sono assegnati fino a quattro studenti con disabilità psichiche, motorie o dell’apprendimento.

Condannati al precariato sono centinaia di docenti con quindici, vent’anni o più di insegnamento alle spalle, molti di loro vicini alla soglia della pensione con una carriera conclusa prima ancora di cominciare; e di questi, tantissime le donne  con una condizione ancora più drammatica quando sono sole e con figli.

 "Il precariato lavorativo comporta una vita precaria, senza certezze, senza poter pianificare nulla, neppure se farsi una famiglia - dice Giovanna - perché  se ogni giorno devi fare cento chilometri e non sai per quanto tempo lo dovrai fare, non puoi pensare di mettere radici, vivi con pochi soldi e le banche non ti fanno nè prestiti nè  mutui"." L'aver fatto un solo figlio è stata una scelta obbligata -  dice Carola -   con mio marito anche lui precario non potevamo fare di più".

All’inizio del nuovo anno scolastico i precari della Conoscenza rifanno, purtroppo, i conti con un sistema che in Sicilia continua a penalizzare innanzitutto gli studenti che rispetto ai coetanei del nord Italia perdono quasi due anni di lezione, ma anche a far disperdere quasi il 50% dell’organico dei docenti e il 25% tra collaboratori scolastici e assistenti amministrativi, per il mancato adeguamento delle scuole primarie e secondarie di primo grado al tempo prolungato. Nella sola provincia di Catania i tagli della riforma Gelmini hanno fatto “sparire” in tre anni 1800 unità, mentre per effetto della Legge Fornero il 33% dei docenti, che avrebbero raggiunto i requisiti prima della riforma pensionistica, non è riuscito ad andare in pensione, bloccando le nuove immissioni in ruolo.

Ecco perché la richiesta di “GRAZIA” al Presidente della Repubblica da parte dei precari della Conoscenza.

Perché possa finalmente essere scritta la parola “fine” ad una vicenda che ha umiliato migliaia di lavoratori e defraudato tanti bambini e tanti ragazzi del sacrosanto “diritto allo studio” ancora garantito dalla Costituzione italiana.

Catania, 16 settembre 2013

FLC CGIL Catania

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Altre Notizie | 17/09/2013

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